A colloquio con… Amii Stewart

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A colloquio con… Amii Stewart

Si sente più italiana o più americana?

 Mi sento  profondamente americana.

 Come è nata la sua passione per la musica e per il canto in particolare?

Vengo da una famiglia che ama la musica. La musica nasce insieme a me.

 Cosa ricorda del suo debutto al Festival di Sanremo nel 1983?

Fu un’esibizione incredibile. Cantavo “Working Late Tonight”. Sono arrivata con una troupe di ballerini da Londra. Durante l’esibizione la musica si è interrotta in sala per 5 secondi circa. Noi siamo andati avanti come se  non fosse successo nulla e quando la musica è tornata eravamo in perfetto sincronia. Il pubblico andò in delirio.

Dieci anni dopo la troviamo nella Città del Vaticano a cantare per il Papa

Si, ho cantato per Papa Wojtyla per ben due volte. Fu una emozione unica stare a Lui vicino, avere la Sua benedizione e stringere la Sua  mano.  Le foto di quei momenti sono fra le mie cose più preziose.

 E’ anche molto presente negli spettacoli televisivi italiani

Si, mi fa molto piacere.

 Oltre alla sua attività artistica lei è anche docente di canto: ci parli di questa sua esperienza

Non mi considero una docente.  E’ una cosa seria insegnare. Aiuto i giovani condividendo con loro le mie esperienze e tutto quello che i miei maestri mi hanno insegnato. Le lezioni di disciplina, tecnica, umiltà e generosità sono cose che un giovane artista deve imparare  per poter avere una carriera meritevole.

 Da tempo vive anche con entusiasmo il mondo del musical

La mia carriera cominciò in America. Fino ad oggi sono stata protagonista di se Musical.  Il teatro è il mio primo amore e spero che mi verranno proposte altre opportunità.

 Che significato ha per lei la partecipazione a Lucca Jazz Donna ?

Questo Festival mi dà l’opportunità di esibirmi davanti ad un pubblico che ama il jazz.  Mi fa piacere tornare alle miei radici  quando l’unica musica che ascoltavo in casa erano Billie Holiday, Ella Fitzgerald e Sarah Vaughan.