IL SOLENNE TE DEUM

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IL SOLENNE TE DEUM

 

Il Te Deum è una composizione sacra il cui testo sembra risalire addirittura al IV secolo d.C. e nella liturgia cristiana celebra il ringraziamento e la lode a Dio per le grazie ricevute o anche per pericoli scampati. A Siena, dopo il palio, i contradaioli vincitori cantano in duomo un solenne Te Deum per ringraziare il Signore della vittoria; sacro e profano in perfetta simbiosi. L’inizio del Te Deum di Marc-Antoine Charpentier, imponente e solenne, è poi la sigla musicale dell’Eurovisione. Da noi l’occasione più importante per il Te Deum è il 31 dicembre in San Martino (vedi quadro antico), quando la comunità lucchese ringrazia Dio per i frutti del proprio lavoro nel corso dell’anno. E un solenne Te Deum fu cantato dai nostri antenati nel 1428 per lo scampato pericolo dell’assedio dei fiorentini alla nostra città. Firenze, mal sopportando Lucca non soggetta alla sua egemonia in Toscana, aveva da sempre cercato l’occasione di sottometterci e nel 1425 Paolo Guinigi (resse la signoria della nostra città dal 1400 al 1430) gliela aveva offerta inviando 700 nostri cavalieri, al comando di suo figlio Ladislao, in aiuto di Filippo Maria Visconti, Duca di Milano, che era in guerra contro i fiorentini. Ma firmata la pace di Ferrara fra Milano e Firenze nel 1428, quest’ultima subito si vendicò di Paolo <…inviando assai milizie che tutto empieron di guasti, ladrocini e infamie il contado nostro e posero assedio alla città>. Lucca resistette strenuamente e i fiorentini incaricarono allora Filippo Brunelleschi (proprio quello del cupolone) di deviare il Serchio e allagare la città per averla prima. Qui le versioni sono due: secondo la prima i nostri furono informati da una spiata, secondo altri si accorsero da soli della manovra e, prese le opportune contromisure, allagarono l’accampamento nemico cosicché, scrive un cronista dell’epoca, <… li fiorentini si trovonno a galleggiar nel loro campo come ranocchi>. Fu tolto l’assedio e la  città di Lucca fu salva.

Carlo Puccinelli